Alunni fragili
Classi e alunni “fragili” Il benessere complessivo del bambino e del ragazzo è una componente decisiva del suo successo scolastico.
Data:
20 Giugno 2011
Classi e alunni “fragili”
Il benessere complessivo del bambino e del ragazzo è una componente decisiva del suo successo scolastico. Il “malessere”, che un bambino potrebbe vivere in modo più o meno nascosto, si manifesta facilmente a scuola, perché qui condiziona la disponibilità all’apprendimento. La “fragilità” degli alunni sul versante personale e della socialità si traduce in fragilità dei singoli alunni e della classe anche sul piano apprenditivo. La scuola e gli insegnanti si trovano al centro di questa delicata dialettica.
La problematica si presenta nelle forme più varie:
- alunni sempre distratti, che non seguono l’insegnante se non per brevi tratti di attenzione;
- alunni svogliati, che non amano la scuola;
- alunni che si impegnano nello studio solo il minimo indispensabile, ostentando disinteresse per ogni attività proposta;
- alunni che non partecipano alle attività educative di gruppo o che vi prendono parte senza alcun entusiasmo;
- alunni che, semplicemente, sembrano avere capacità intellettuali inadatte all’impegno scolastico;
- alunni facilmente preda di forme di dipendenza “mentale” indotte da TV, telefoni cellulari, IPod, ecc., a tutto discapito dell’impegno scolastico.
Ogni insegnante ha coltivato almeno una volta l’idea che gli scarsi risultati scolastici raggiunti da alcuni alunni non dipendano solo da carenze nell’offerta o nella metodologia educativa, ma possano essere imputati a qualche disagio, ad un malessere individuale o sociale che debba essere “curato” con interventi extrascolastici.
La sofferenza che si percepisce negli alunni e che la scuola non risolve, ma anzi sembra aggravare, si proietta anche sugli insegnanti, creando una spirale negativa di difficoltà crescenti che talvolta si allarga da una classe all’altra, fino a coinvolgere un’intera scuola.
Ultimo aggiornamento
20 Giugno 2011, 08:49